Mostre  |  Van Gogh. Tra il grano e il cielo.

Mostre | Van Gogh. Tra il grano e il cielo.

Nel bellissimo contesto della Basilica Palladiana a Vicenza, dal 7 ottobre al prossimo 8 aprile 2018, si potrà ammirare la bellissima mostra dedicata a Vincent Van Gogh, curata da Marco Goldin e promossa dal Comune di Vicenza e da “Linea d’ombra”, composta da 43 dipinti e 86 disegni, molti provenienti dalla ricca collezione del Kröller-Müller Museum di Otterlo ai quali si affiancano opere da un altra decina di collezioni. Un’occasione unica per entrare nell’”anima” di Van Gogh, nelle sue vicende biografiche attraverso la sua produzione artistica e le sue lettere al fratello Theo. Da non perdere.

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Caspar David Friedrich – Il senso dell’Infinito

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Caspar David Friedrich, nato in Alta Sassonia, contempla nei suoi dipinti lo spazio e la natura dei luoghi della propria vita. Non trovando nella pittura tedesca precedente punti di riferimento congeniali alla sua sensibilità (perché l’interpretazione del paesaggio era soggetta al filtro dell’idealizzazione) Friedrich si rivolge alla tradizione fiamminga. La sua immersione nel clima del Romanticismo e della cultura germanica lo porta ad avere, con il paesaggio, un rapporto del tutto nuovo: la partecipazione commossa del soggetto, il senso dell’infinito e del mistero che porta con sé una quantità di simboli, di allegorie, di evocazioni. Continue reading

Realismo

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“Non c’è luogo dove l’arte annaspi come la scuola, non c’è luogo dove la poesia muoia come la scuola, ciò che diventa obbligatorio, spesso perde la sua verità: se vi dicessero che dovete amare per forza, non amereste più. «Ama!». Ci sono verbi che non possono sopportare l’imperativo, non possono sopportare l’ordine, essi sono nell’ordine. Continue reading

Un modo “nuovo” di guardare le cose solite


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Sui manuali di storia dell’arte Edward Hopper (Nyack, 1882 – New York, 1967) – quando non è dimenticato – è definito sinteticamente come “il pittore del realismo americano”. Ma che cosa significa tale affermazione? Quali sono gli elementi di questo suo realismo? Certo, si potrebbe dire semplicemente che Hopper è realista perché dipinge le cose, la realtà dell’America negli anni della crisi. Ma questo non basta, perché a ben guardare la pittura di Hopper è molto lontana da un realismo inteso semplicemente come mimesi. Il suo realismo, o forse meglio, la sua fedeltà al reale non si esaurisce infatti nella rappresentazione mimetica di ciò che ha di fronte, ma emerge innanzitutto nella fedeltà a ciò che il rapporto, dialettico e talvolta drammatico, con la realtà suscita in lui: “Il mio ideale in pittura è sempre stato la trascrizione più esatta possibile delle impressioni più intime che mi suscita la natura”.

(Marco Vianello) Continue reading

Mostre  |  Klimt a Roma

Mostre | Klimt a Roma

Klimt. La Secessione e l’Italia

dal 27 Ottobre 2021 al 27 Marzo 2022 al Museo di Roma.

Con l’esposizione “Klimt. La Secessione e l’Italia” l’artista austriaco torna a Roma, dove 110 anni fa, dopo aver partecipato con una sala personale alla Biennale di Venezia del 1910, fu premiato all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911.

Klimt. La Secessione e l’Italia è una mostra a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna. La mostra ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, ne sottolinea il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e – per la prima volta – indaga sul suo rapporto con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei suoi successi espositivi.

Klimt e gli artisti della sua cerchia sono rappresentati da oltre 200 opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, prestati eccezionalmente dal Belvedere Museum di Vienna e dalla Klimt Foundation, tra i più importanti musei al mondo a custodire l’eredità artistica klimtiana, e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz. Fanno da cornice ai  lavori del maestro austriaco e contribuiscono al racconto del periodo della Secessione viennese, anche dipinti e sculture del Museo Belvedere, firmati da altri artisti, quali Josef Hoffmann, Koloman Moser, Carl Moll, Johann Victor Krämer, Josef Maria Auchentaller, Wilhelm List, Franz von Matsch e molti altri. Cartoline autografe documentano in mostra i viaggi in Italia di Klimt, che visitò Trieste, Venezia, Firenze, Pisa, Ravenna – dove si appassionò ai mosaici bizantini – Roma e il lago di Garda, cui si ispirarono alcuni suoi paesaggi. Questi viaggi furono importanti per l’evolversi della sua ricerca creativa e ne accrebbero l’influsso sugli artisti italiani. Per questo al Museo di Roma a Palazzo Braschi le opere di Klimt saranno messe a confronto con quelle di artisti italiani come Galileo Chini, Giovanni Prini, Enrico Lionne, Camillo Innocenti, Arturo Noci, Ercole Drei, Vittorio Zecchin e Felice Casorati che – recependo la portata innovativa del linguaggio klimtiano molto più dei pittori viennesi del loro tempo – daranno vita con diverse sensibilità e declinazioni alle esposizioni di Ca’ Pesaro e della Secessione romana.

Tratto dalla pagina “Klimt – La Secessione e l’Italia” del sito Museo di Roma

 

Mostre  |  Claude Monet

Mostre | Claude Monet

Dal 18 settembre e fino al 31 Gennaio 2022, al Palazzo Reale a Milano, l’esposizione dedicata al più importante rappresentate dell’Impressionismo: Claude Monet.

Un percorso espositivo dove ad accogliere il pubblico ci saranno 53 opere tra cui le sue Ninfee (1916-1919), Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905) e Le rose (1925-1926).

Il percorso cronologico ripercorre l’intera parabola artistica del Maestro impressionista, letta attraverso le opere che l’artista stesso considerava fondamentali, private, tanto da custodirle gelosamente nella sua abitazione di Giverny; opere che lui stesso non volle mai vendere e che ci raccontano le più grandi emozioni legate al suo genio artistico.

Il Musée Marmottan Monet – la cui storia è raccontata nel percorso della mostra – possiede il nucleo più grande al mondo di opere di Monet, frutto di una generosa donazione di Michel, suo figlio, avvenuta nel 1966 verso il museo parigino – che prenderà proprio il nome di “Marmottan Monet”.

Suddivisa in 7 sezioni e curata da Marianne Mathieu – storica dell’arte e direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi – l’esposizione introduce quindi alla scoperta di opere chiave dell’Impressionismo e della produzione artistica di Monet sul tema della riflessione della luce e dei suoi mutamenti nell’opera stessa dell’artista, l’alfa e l’omega del suo approccio artistico.

Dando conto dell’intero excursus artistico del Maestro impressionista, a partire dai primissimi lavori che raccontano del nuovo modo di dipingere en plein air e da opere di piccolo formato, si passa ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville e delle sue tante dimore.

È il mondo di Monet, con le sue corpose ma delicatissime pennellate e con quella luce talvolta fioca e talvolta accecante che ha reso celebri capolavori come Sulla spiaggia di Trouville (1870), Passeggiata ad Argenteuil (1875) e Charing Cross (1899‐1901), per citarne alcuni.

Ma non solo. Verdeggianti salici piangenti, onirici viali di rose e solitari ponticelli giapponesi; monumentali ninfee, glicini dai colori evanescenti e una natura ritratta in ogni suo più sfuggente attimo.

Promossa dal Comune di Milano-Cultura, la mostra rientra nel progetto museologico ed espositivo “Musei del mondo a Palazzo Reale” nato con l’intento di far conoscere le collezioni e la storia dei più importanti musei internazionali.

Tratto dal sito di Palazzo Reale – Milano

Architettura  |  Vittorio Gregotti

Architettura | Vittorio Gregotti

Il prossimo 10 agosto Vittorio Gregotti compirà novant’anni (nato il 10 agosto 1927 a Novara). Ha attraversato tutto il secondo ’900 e questo primo ventennio del XXI secolo dando un grandissimo contributo all’architettura italiana ed internazionale. Dagli inizi, nel lontano 1947, allo studio parigino, passando negli anni ’50 per lo studio BBPR, fino al CIAM con Le Corbusier, Walter Gropius,  Henry van de Velde, fino al suo studio milanese “Gregotti associati”.

Grandi progetti – come l’area Bicocca a Milano –  ma anche lavori controversi – come il quartiere ZEN di Palermo, tantissimi scritti che hanno contribuito alla formazione di intere generazioni di studenti di architettura e futuri architetti, da “Il territorio dell’architettura” per  Feltrinelli nel 1966 e “Questioni di architettura. Editoriali di Casabella” per Einaudi nel 1986, passando per “Il disegno del prodotto industriale. Italia [1860-1980]” per Electa nel 1986, “Dentro l’architettura” per Bollati Boringhieri, nel 1991, “Identità e crisi dell’architettura europea” (Einaudi, 1999) per arrivare a “Contro la fine dell’architettura” pubblicato nel 2008 per Einaudi.

Proprio a ridosso dell’annuncio della chiusura del suo storico studio di via Bandello a Milano, ci interessa proporre la lettura di un interessante articolo-intervista di Francesco Erbani, apparso il 12 luglio su Repubblica.it

Vittorio Gregotti si racconta e, con estrema lucidità e disincanto, esprime il suo pensiero sull’architettura o su ciò che di essa resta.

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Mostre  |  Bellezza divina, tra Van Gogh, Chagall e Fontana.

Mostre | Bellezza divina, tra Van Gogh, Chagall e Fontana.

Dal 24 settembre 2015 al 24 gennaio 2016 Palazzo Strozzi a Firenze ospita la mostra Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana, un’eccezionale rassegna dedicata alla riflessione sul rapporto tra arte e sacro tra metà Ottocento e metà Novecento attraverso oltre cento opere di celebri artisti italiani, tra cui Domenico Morelli, Gaetano Previati, Felice Casorati, Gino Severini, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Emilio Vedova, e internazionali come Vincent van Gogh, Jean-François Millet, Edvard Munch, Pablo Picasso, Max Ernst, Stanley Spencer, Georges Rouault, Henri Matisse.  Continue reading

Mostre  |  Dagli Impressionisti a Picasso.

Mostre | Dagli Impressionisti a Picasso.

A Genova, Palazzo Ducale, i capolavori del Detroit Institute of Arts.

Van Gogh, Gauguin, Monet, Cézanne, Degas, Renoir, Matisse, Modigliani, Kandinsky, Picasso.

Cinquantadue capolavori del Detroit Institute of Arts saranno esposti a Genova al Palazzo Ducale, negli appartamenti del Doge, per l’eccezionale periodo di 200 giorni. Quasi un “nuovo museo di arte moderna” per la durata dell’esposizione nella quale si potranno ammirare capolavori dei maestri pionieri e simbolo delle avanguardie artistiche: da Monet, Renoir, Degas, a Van Gogh, Picasso, Matisse, Kandinsky. Uomini ed artisti capaci, con le loro opere, di introdurre il moderno ed essere espressione di tutte le novità che hanno caratterizzato l’Europa all’inizio el ‘900.

La mostra – curata da Salvador Salort-Pons e Stefano Zuffi – è organizzata dal Detroit Institute of Arts, prodotta da MondoMostre Skira e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

Proprio uno dei fondatori del Metropolitan Museum, nel 1880, spronava i suoi connazionali a “convertire la carne di maiale in porcellane, il grano e i derivati in ceramiche preziose, le pietre grezze in sculture in marmo, le partecipazioni alle linee ferroviarie e i proventi dell’industria estrattiva nelle gloriose tele dei maestri più importanti del mondo”. Ed è così che ha inizio lo straordinario collezionismo americano che irrompe nel panorama artistico europeo e nel mercato dell’arte e porterà velocemente alla nascita ed allo sviluppo di grandi collezioni e musei, punti strategici e fondamentali per la crescita culturale del nuovo mondo. Secondo modalità tipicamente appartenenti allo spirito dei pionieri americani, si assiste ad una vera e propria corsa alla scoperta di artisti ed all’acquisizione di opere che, in quegli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento, avevano Parigi come centro di gravità. Diventa il centro di attenzione di galleristi, collezionisti, antiquari, direttori di musei, facoltosi imprenditori, tutti dotati di ingenti risorse economiche ma anche di un grande spirito di innovazione e di scoperta, e soprattutto scevri da quei pregiudizi culturali propri della cultura accademica del vecchio continente, tanto da essere – in moltissimi casi – i primi veri ammiratori dei maestri europei solo in seguito apprezzati e riconosciuti anche in Europa.

In questo contesto fervido e ricco si colloca Detroit, storico centro della giovanissima industria automobilistica che le varrà il soprannome di “Motor City”. Proprio qui nacque, nel 1885, il Detroit Institute of Arts. Importantissimo museo che nei suoi 130 anni di storia ha sempre accompagnato ed è sempre stato visto come fulcro della città e della sua gloriosa storia, anche quando negli anni del boom economico le industrie automobilistiche ne avevano fatto la locomotiva dell’economia americana e l’epicentro dell’economia mondiale. Già nei primi decenni del ‘900 il Detroit Institute of Arts era considerato l’avamposto e la principale via di accesso delle avanguardie europee negli Stati Uniti d’America. Il museo ha potuto contare, oltre che sulla ricchezza degli industriali acquirenti-collezionisti, su una risorsa che lo ha contraddistinto rispetto ai musei suoi contemporanei che nascevano in altre importanti città degli Stati Uniti: per oltre vent’anni (dal 1924 al 1945) il Detroit Institute of Arts fu diretto dallo storico dell’arte tedesco William Valentiner ed è proprio per suo merito che il museo porta a Detroit i primi Van Gogh e Matisse, la sua conoscenza dell’espressionismo tedesco e la sua amicizia con alcuni artisti, consente l’acquisizione di opere importantissime di questo periodo avanguardista. Altra figura di straordinaria importanza per il Detroit Institute of Arts fu quella di Robert H. Tannahill che ha lasciato numerose opere d’arte ed un cospicuo fondo da destinare al costante accrescimento delle collezioni. Grazie alla convergenza tra il mecenatismo dei privati (fra cui va ricordata anche la famiglia Ford) e la sua lungimirante direzione, il Detroit Institute of Arts è oggi tra i massimi musei degli USA.

Le opere esposte a Genova ripercorrono in un certo senso il tragitto inverso che da Detroit le riporta in Europa e, per la presenza di tutti i maggiori protagonisti, permette di trovarsi immersi nell’intera vicenda dell’arte europea dall’impressionismo alle avanguardie del ’900.
Il percorso della mostra è organizzato secondo un criterio cronologico che accompagna il visitatore in modo chiaro e dettagliato.

Si comincia perciò con l’Impressionismo, nel passaggio dal realismo di Courbet fino ai capolavori di Monet. Uno spazio autonomo è dedicato a Edgar Degas, di cui sono presenti cinque tele, in cui sono presenti i temi fondamentali della sua pittura, dal ritratto alle ballerine.

A questo segue un secondo spazio monografico che raccoglie quattro straordinari dipinti di Paul Cézanne.

La sala più grande della mostra affronta uno dei temi più significativi dell’arte di fine Ottocento e dell’ingresso nel nuovo secolo: il superamento dell’impressionismo che introduce le Avanguardie. La figura-chiave è Vincent Van Gogh, che trasferendosi dall’Olanda in Francia “scopre” la luce ed il colore. La Riva della Oise ad Auvers, del 1890, è un capolavoro che si impone per la esplosiva carica del colore, ma anche per le dimensioni significative. Altra opera mirabile è l’Autoritratto con il cappello di paglia (1887), un’esplosione di colore e di emozione, ma anche un primato assoluto: questa è la prima opera di Van Gogh esposta in un museo degli Stati Uniti. Immediato è il confronto con l’Autoritratto di Paul Gauguin (1893).

All’aprirsi del Novecento, Parigi si conferma il centro delle arti e della cultura ed uno dei massimi protagonisti di questo periodo è Henri Matisse, qui presente con tre opere memorabili, fra cui l’indimenticabile Finestra (1916), in cui un classico interno borghese viene scomposto in una serie di forme, tra la penombra e la piena luce. Appassionante è il dialogo con i tre ritratti (uno femminile e due maschili) di Amedeo Modigliani, maestro indiscusso della linea, capace di evocare sentimenti segreti, con una intensità struggente.

Il gruppo di capolavori delle avanguardie tedesche presenti a Detroit è senza paragoni nei musei nordamericani. In questa parte della mostra domina l’Autoritratto di un ancora giovanissimo Otto Dix (1912), accanto a Emil Nolde e Oskar Kokoschka e dove troviamo i protagonisti delle diverse tendenze in cui si articola il movimento espressionista in Germania. Dal Die Brücke di Dresda con Ernst Kirchner e Karl Schmidt Rottluff, Erich Heckel e Max Pechstein; fino alla “Nuova oggettività” di Max Beckmann; fino ad arrivare alla svolta verso l’astrattismo di Vassily Kandinsky.

A Pablo Picasso è dedicata una sala monografica in cui sono presenti sei tele, in un percorso che attraversa in pratica l’intera vicenda dell’arte del Novecento, dalla giovanile Testa di Arlecchino (1905) fino alla magmatica Donna seduta, dipinta nel 1960, quando Picasso era ormai alle soglie degli ottant’anni. Da un capolavoro all’altro, l’osservatore è guidato  nelle svolte, gli scatti geniali, il continuo dinamismo mentale del grande maestro. Si parte dal periodo blu, ancora legato al gusto ed al disegno d’accademia, ci si ritrova sulle soglie della scomposizione cubista, una indagine sulle forme che si ispira chiaramente a Cézanne. Sorprendente è il passaggio successivo, il “classicismo” dei primi anni Venti, conseguenza di un viaggio in Italia: il grande ritratto di Donna seduta in poltrona ne è un esempio di formidabile intensità e importanza. La Ragazza che legge (1938) ci porta infine nel clima stilistico di Guernica (dipinta l’anno prima), con l’espressiva deformazione di visi e mani tipica della pittura di Picasso.

Maggiori informazioni sul sito della mostra http://www.impressionistipicasso.it.

Genova, Palazzo Ducale, dal 25 Settembre 2015 al 10 Aprile 2016.

Mostre  |  Picasso e la modernità spagnola.

Mostre | Picasso e la modernità spagnola.

Dal 20 Settembre 2014 nelle sale di Palazzo Strozzi a Firenze, è possibile fare un “viaggio” nell’arte moderna spagnola del ’900 grazie alla mostra dedicata ad uno dei più grandi maestri della pittura del XX secolo: Pablo Picasso.
La selezione di opere del grande maestro permette di essere accompagnati alla scoperta e alla lettura  dell’arte moderna, attraverso l’influenza che Picasso ha avuto con i più importanti artisti spagnoli suoi contemporanei, da Joan Miró a Salvator Dalí.
La mostra è una riflessione sull’arte moderna, sul rapporto tra il reale ed il surreale, sulla ricerca del volto umano, fino alla tragedia storica della Guernica. Continue reading

Urban solitude  |  A Roma la mostra fotografica di Wim Wenders

Urban solitude | A Roma la mostra fotografica di Wim Wenders

In occasione della mostra fotografica “Urban solitude” del maestro del cinema Wim Wenders (esposta a Roma fino al 6 luglio 2014) diamo un piccolo contributo di conoscenza alla sua opera (che, appunto, non è solo filmografica) necessario a cogliere il forte legame con la fotografia e l’architettura. Questa passione fa, di tutti i suoi film, un vibrante racconto poetico fatto di immagini e di luoghi spesso deserti, vuoti, ma pieni dell’essenziale, come le opere del maggiore pittore americano del ’900, Edward Hopper, al quale – come Wenders stesso racconta in “La tela bianca”, splendido documentario prodotto da Sky Arte con la collaborazione del Centre Pompidu – il grande cineasta si sente profondamente legato e debitore.

Questa sua sensibilità ed attenzione sono riscontrabili in diverse mostre allestite con i suoi scatti nel corso degli anni – delle quali “Urban solitude” è solo l’ultima in ordine di tempo – e nel volume Vedere i luoghi dell’anima, a cura di Carlo Truppi, edito da Electa, in cui sono raccolte numerose fotografie scattate dal regista in oltre vent’anni, in un dialogo continuo fra architettura e cinema in cui i luoghi abitati dai protagonisti sono parte integrante della storia, sono la filigrana poetica del racconto. Continue reading

2014. Nuovo Studio.

2014. Nuovo Studio.

Anno nuovo, studio nuovo…

Si potrebbe scrivere così perché con l’inizio del 2014, nel quale ricorre il ventennale dell’attività, apre il nuovo Studio di Architettura negli spazi in via Quintino Sella n. 88 a Firenze.

L’architettura è ciò intorno a cui ruota l’attività dello studio, i servizi di progettazione finalizzati alla ristrutturazione, riqualificazione e recupero del patrimonio esistente o alla progettazione di nuova architettura, e quanto ad essa è connesso (strutture ed impianti), costituiscono la sua principale mission.

L’attività ha acquisito e mette in opera le specifiche competenze necessarie ad una progettazione architettonica completa, dal concept iniziale fino all’interior design.

Nel nuovo studio saranno svolti anche quei servizi che ruotano intorno al mondo dell’edilizia, il catasto, le perizie e le stime, gli aspetti energetici ed ambientali, l’antincendio; ma anche tutta l’attività riguardante la “Sicurezza sul lavoro”.

Il cuore del nuovo studio è “il lavoro”, concepito come lo descrive – in modo mirabile – Charles Peguy:

“Un tempo gli operai non erano servi.
Lavoravano.
Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore.
La gamba di una sedia doveva essere ben fatta.
Era naturale, era inteso. Era un primato.
Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario.
Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone.
Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura.
Una tradizione venuta, risalita da profondo della razza,
una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta.

E ogni parte della sedia fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano.
Secondo lo stesso principio delle cattedrali.
E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga.
Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione.
Il lavoro stava là. Si lavorava bene.
Non si trattava di essere visti o di non essere visti.
Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto.”

In questo “dover essere ben fatto” sta ciò che facciamo.

FR

 

 

Lewis Hine  |  Costruire una nazione.  Geografia umana e ideale

Lewis Hine | Costruire una nazione. Geografia umana e ideale

Dal 20 novembre sarà visitabile a Milano, presso la Sala Verri, in via Zebedia n. 2, la mostra fotografica a cura di Enrica Viganò, ideata da Camillo Fornasieri, dedicata al fotografo statunitense Lewis Hine.

Interprete e padre, con le sue immagini, della “fotografia sociale”, Lewis Hine racconta l’America degli anni della crisi economica e della “grande depressione” mettendo al centro del proprio obiettivo il desiderio umano di grandezza (di cui il grattacielo è paradigma).

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Mostra fotografica  |  Immaginare Pratolini

Mostra fotografica | Immaginare Pratolini

In occasione del Centesimo Anniversario della nascita di Vasco Pratolini, presso la Biblioteca Thouar di Firenze, via Mazzetta angolo Piazza Santo Spirito, è esposta la mostra fotografica “Immaginare Pratolini  |  San Frediano ieri, San Frediano oggi” a cura di Fortunato Rao e Matteo Biagi e degli alunni delle Classi Terze della Scuola Secondaria di I Grado “Pio X Arigianelli”.

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Edvard Munch   |   La grande mostra a Palazzo Ducale

Edvard Munch | La grande mostra a Palazzo Ducale

A Genova, nella splendida ambientazione dell’Appartamento del Doge – a Palazzo Ducale – sarà allestita la grandiosa retrospettiva dedicata all’artista norvegese in occasione dei 150 anni dalla nascita e che sarà visitabile dal 6 Novembre fino al 27 Aprile 2014. ”Munch dipinge ciò che vede – racconta Marc Restellini, curatore della mostra – ma oltre le proprie paure ha anche una nuova visione dell’arte che è pura avanguardia e in questa mostra saranno esposte le sue opere più belle, sentite, amate e sofferte”.

Un’occasione imperdibile per conoscere da vicino e tentare di immedesimarsi con l’artista e l’uomo Munch, un percorso comprendente oltre 150 opere mediante il quale possiamo sperimentare che ”un’opera d’arte proviene direttamente dall’interiorità dell’uomo. (…) L’arte è il sangue del cuore umano”.  Continue reading

L’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente. Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova

L’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente. Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova

Dal 27 settembre 2013 al 19 gennaio 2014 a Palazzo Strozzi – Firenze.
Organizzazione: Fondazione Palazzo Strozzi.
A cura di: John E. Bowlt, Nicoletta Misler, Evgenija Petrova

In programma a Palazzo Strozzi dal settembre 2013, L’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente è la prima mostra internazionale a riconoscere l’importanza fondamentale delle fonti orientali ed eurasiatiche nel Modernismo russo, sollecitando il visitatore a seguire i sedicenti “barbari” dell’Avanguardia nella loro scoperta di nuove sorgenti d’ispirazione.

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Stanley Kubrick fotografo

1 Maggio / 25 Agosto 2013
Genova – Palazzo Ducale.

La mostra “Stanley Kubrick fotografo” curata da Michel Draguet, ci svela – in modo mirabile – la passione, purtroppo ai più sconosciuta, del grandissimo regista. Una passione che precorre quella cinematografica, che lo renderà immortale protagonista della storia del cinema, ma vissuta con altrettanta maestria e genialità. A 13 anni Kubrick riceve in regalo dal padre una macchina fotografica; in quel regalo è racchiusa la scintilla che ne farà un grandissimo cineasta. Continue reading

La Primavera del Rinascimento | La scultura e le arti a Firenze 1400-1460

a Palazzo Strozzi dal 23 marzo al 18 agosto 2012
ed al Musée du Louvre dal 26 settembre 2013 al 6 gennaio 2014

Fondazione Palazzo Strozzi e Musée du Louvre

Curatori Beatrice Paolozzi Strozzi, Marc Bormand

È appena iniziata, nella bellissima cornice di Palazzo Strozzi, l’imperdibile mostra “La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460″. Il visitatore si troverà immerso in quello che è universalmente riconosciuto come  il “miracolo” del Rinascimento a Firenze e sarà guidato, soprattutto attraverso capolavori di scultura – l’arte che per prima se ne è fatta interprete – ad uno sguardo vero e completo, perciò non di parte, su questi anni che hanno completato il ricchissimo percorso artistico medievale ponendo Firenze al centro del mondo. Continue reading

Alvaro Siza Vieira | “Magia semplice”

da “Tracce.it” – Aprile 2013

a cura di Lorenzo Margiotta

Con il maestro portoghese la nostra serie tocca l’estremità dell’Europa. Opere magnifiche, fatte di spazio e di luce, di fronte alle quali si ha la sensazione di scoprire l’essenziale, l’architettura allo stato puro

«È difficile pensare a un architetto contemporaneo che abbia mantenuto una presenza coerente nell’ambito della professione quanto Álvaro Siza. Che una tale presenza sia mantenuta proprio da un architetto che vive e lavora all’estremo margine atlantico dell’Europa non fa che mettere in risalto la sua autorità e la sua condizione. Protetto dalla sua collocazione isolata, emana una saggezza universale». Con questa motivazione nel 2012 è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera della XIII Mostra internazionale di architettura di Venezia al portoghese Álvaro Siza Vieira (Matosinhos, Porto, 1933). Continue reading

Le Corbusier | “Far di pietre inerti un dramma”



da “Tracce.it” – Novembre 2012

a cura di Carlo Maria Acerbi e Lorenzo Margiotta

Oggi qualunque oggetto di uso quotidiano porta il segno della sua opera. Con la razionalità della tecnica e la spiritualità della natura, progetta mettendo al centro l’uomo. Per commuoverlo. 

LC Certosa

Gli edifici in cui abitiamo, le città in cui viviamo, le autostrade sulle quali viaggiamo o, più semplicemente, le poltrone o le sedie su cui sediamo; di tutto questo niente è rimasto invariato dopo essere stato ridisegnato da Le Corbusier.

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Aldo Rossi | La realtà come spettacolo

da “Tracce.it” – Febbraio 2013
a cura di Lorenzo Margiotta
Forse l’unico vero maestro italiano della fine del Novecento. Una riflessione teorica e attività pratica. A muoverlo era lo stupore. E la certezza che «nella vita come in architettura, se cerchiamo una cosa non cerchiamo solo quella»

1199552378Aldo Rossi è uno dei protagonisti dell’architettura internazionale del secondo Dopoguerra e, forse, l’unico vero maestro italiano della fine del Novecento. Il personaggio, a sentire chi l’ha conosciuto, era oltre che straordinario, unico.
Nato nel 1931 a Milano, matura, fin da studente, una sensibilità per l’architettura estremamente personale, come testimoniano i suoi racconti su quegli anni. «Al Politecnico di Milano penso di essere stato uno dei peggiori allievi anche se oggi penso che le critiche che mi venivano rivolte sono tra i migliori complimenti che abbia mai ricevuto. Il professor Sabbioni mi dissuadeva dal fare architettura dicendomi che i miei disegni sembravano quelli dei muratori o capomastri di campagna che tiravano un sasso per indicare all’incirca dove si doveva aprire una finestra. Questa osservazione, che faceva ridere i miei compagni, mi riempiva di gioia». Continue reading

Oscar Niemeyer | La bellezza vale più di tutto

Da “Tracce.it” – Gennaio 2013
di Lorenzo Margiotta
Brasiliano, religiosamente ateo, comunista idealista, convinto assertore delle aspirazioni di giustizia e solidarietà. Progettò un’intera città: Brasilia.

Ogni mattina arrivava puntuale nel suo studio affacciato sulla spiaggia di Copacapana, da dove guardava il mare e le colline di Rio. Fino al 5 dicembre, quando il Brasile si è svegliato senza uno dei suoi artisti più grandi e l’architettura moderna senza uno dei suoi padri. Oscar Niemeyer è morto alla soglia dei 105 anni all’ospedale Samaritano di Rio de Janeiro. La presidente Dilma Roussef ha decretato tre giorni di lutto nazionale e messo a disposizione il palazzo del Planalto, uno degli edifici che ha progettato a Brasilia, la città da lui costruita assieme all’urbanista Lúcio Costa.

445353_Oscar NiemeyerArchitetto, ingegnere, ultimo grande maestro del Novecento, monumento stesso di un’epoca e di un Paese, era stato Premio Pritzker nel 1988 e Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1996. Abitava in un appartamento di tre stanze nel bairro di Ipanema con Vera, la sua ex segretaria, sposata a 99 anni. Religiosamente ateo, era un comunista idealista, convinto assertore delle aspirazioni di giustizia e solidarietà. Da poco era uscito per Mondadori il suo libro-testamento, Il mondo è ingiusto.

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Mies Van der Rohe | La verità in architettura


da “Tracce.it”, articolo a cura di L. Margiotta e C.M. Acerbi

Accetta la modernità senza subirla. Disegna l’ordine e la razionalità. E quando prova a prendere sul serio le proprie domande di uomo, incontra il pensiero di Agostino e Tommaso.

pabellon-mies-van-derLudwig Mies van der Rohe è il padre dell’estetica architettonica contemporanea. Se Le Corbusier incarna l’anima più poetica del Movimento Moderno, l’architetto tedesco ne rappresenta l’aspetto più profondamente filosofico. Vive tra due mondi: l’Europa delle avanguardie, dove nasce nel 1886 (ad Aquisgrana, in Germania) e l’America della modernità e dei grattacieli, dove muore nel 1969.

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Mostra | L’Italia di Le Corbusier

Architetto, scultore, pittore, geniale pensatore del suo tempo, padre della  moderna urbanistica e maestro del Movimento Moderno: è Le Corbusier, dal 1920 pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret.
A lui il MAXXI Architettura dedica la mostra L’Italia di Le Corbusier a cura di Marida Talamona.

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Oltre 600 disegni, schizzi, acquerelli, dipinti e fotografie originali per una esposizione che, seguendo un filo cronologico e tematico, documenta le molteplici influenze che l’Italia ha avuto sulla formazione e sul lavoro del maestro: dai primi viaggi agli inizi del Novecento ai progetti, mai realizzati, per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia degli anni Sessanta.

“Il MAXXI Architettura – dice il Direttore Margherita Guccione - prosegue l’indagine su temi, forme e figure del XX e XXI secolo. In questo caso la scelta del rapporto tra Le Corbusier e l’Italia è una chiave di lettura che restituisce la poliedricità, molto contemporanea, della sua figura: architetto, urbanista, designer, pittore, scultore e homme de lettres ha letteralmente rivoluzionato il modo di pensare l’architettura investendo con la sua lezione l’intero pianeta.”

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Kandinskij | Un uomo capace di rovesciare le montagne

Il maestro russo è il protagonista della mostra “Wassily Kandinsky – dalla Russia all’Europa”, a Pisa, Palazzo Blu, dal 13 Ottobre al 3 Febbraio 2013.

112Così lo definì il suo amico Franz Marc. Vasilij Kandinskij nasce a Mosca nel 1866 dove studia e si laurea in economia diventando assistente presso l’Università di Mosca. Il suo grande interesse per le tradizioni popolari, in particolare per la pittura popolare e per le Icone russe, lo porta – per pura passione – a disegnare e dipingere fino al 1895 quando gli viene offerta la cattedra per insegnare economia all’Università di Mosca. Questo suo amore per il disegno e la pittura gli fa rifiutare l’incarico e lo fa trasferire a Monaco dove può dedicarsi totalmente alla sua passione. Qui conosce le opere dell’Espressionismo tedesco che lo colpiscono fortemente per l’uso del colore e dove nel 1912, con Franza Marc, fonda il “Cavaliere Azzurro” (Der Blaue Reiter).

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Primo giorno di scuola di Filippo

Cosa c’è, oggi, di altrettanto scontato come l’inizio della scuola? Ogni anno, puntuale, accompagnato dai servizi al telegiornale, i reportage, le polemiche, l’immissione in ruolo, il caro-libri, i precari… e ci si abitua – così – a questa scontatezza.
Poi però, improvviso, arriva il “primo giorno di scuola” di Filippo (ed anche dell’Elisa, la mamma maestra). Continue reading

Firenze | Riflessi

 

Sul fiume fermo

di silenzio al mattino,
si ribalta il reale,
come vita sospesa
ad un filo di lenza.

Le cose di sempre
son fisse, scontate,
ma riflesse nell’acqua
hanno dentro il vibrare
di domanda tremante
davanti al mistero.

Firenze,  5 marzo 2012

FR

Settembre

Settembre


Amo Settembre!
È il mese in cui tutto è dentro un “nuovo inizio”, tutto il lavoro ricomincia e nel piccolo ed apparentemente insignificante germoglio, a guardarci bene si intravvede la bellezza del nuovo che sarà.